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sabato 24 novembre 2012

Primarie No o Sì, questo è il dilemma





Milioni di italiani protestano o si sono allontanati dalla politica, perché hanno perso ogni speranza nel futuro provando di persona le conseguenze del fallimento verso il quale la nostra classe dirigente ci stava portando. 
Un  tracollo irreversibile dal quale soltanto pochi hanno o avrebbero tratto benefici.

E’ giunto il momento che gli eterni politici e coloro che, prima di Monti, erano a condurre la macchina italiana, subiscano tutte le conseguenze per non aver saputo ne voluto imparare a rispettare la gente.

 Per loro non ci deve essere scampo.

Dobbiamo ringraziare Mario Monti, se è stato evitato un peggio ancora peggiore di quello che la gente si sarebbe aspettato. Il governo tecnico ha senza dubbio il merito di aver ridato al Paese un'aurea serietà e solidità e di aver iniziato anche il difficile recupero dalla decadenza totale dei costumi e dell'etica generate nell’ultimo ventennio.

I tecnici, però non per loro colpa, non sono riusciti nell’opera di rilancio.

Tra qualche mese verranno sciolte le Camere e si auspica di tornare alla politica, quella fatta di persone serie! 
Non saremo mai pronti del tutto, ma bisogna pur cominciare guardando al prossimo futuro. 
Alle elezioni politiche del 2013, sarebbe obbligo far sottoscrivere ai candidati parlamentari un’opportuna dichiarazione che indichi la volontà di svolgere una corretta attività politica a favore della Nazione, la disponibilità ad eliminare il finanziamento  pubblico dei partiti ed i privilegi per la classe politica, in cambio di un compenso adeguato ai tempi ed alle circostanze, che verrebbe loro riconosciuto per due mandati consecutivi. Poi, libera tutti!

La legge non deve essere solo uguale, ma giusta per tutti!

L’Italia ed il popolo italiano hanno bisogno di un governo stabile.
Un governo civile per un Paese civile.
Un governo che discuta e trovi soluzioni ai problemi della gente partendo dalle famiglie e che, tutelando i più deboli, proponga nuove leggi che assicurino pari diritti per tutti gli italiani.
Un governo che favorisca una revisione della classe dirigente che ha egoisticamente impedito, per trent’anni, un suo naturale e ciclico rinnovo. 
Un governo che prosegua nell’applicare una politica del rigore(corruzione, evasione) e continui il difficile recupero della decadenza dei costumi e dell'etica.
Una governo che distribuisca la ricchezza(che non manca), renda più leggera la pressione fiscale e sblocchi le risorse(che ci sono), ma che si continua a sprecare condannando il Paese al sott’impiego cronico di risorse umane e produttive anziché usarle per favorire e rilanciare lo sviluppo.
Un governo che creda nei giovani e dia impulso alla scuola, alla ricerca e all’innovazione, premiando e defiscalizzando le aziende che operino investimenti  dedicati a tali settori. 
Un governo che ridia dignità ed interesse agli anziani rendendoli partecipi della vita politica ed economica del Paese e nuovamente protagonisti della loro vita(e non relegati in scandalose strutture).
Un governo che incentivi solo le aziende sostenibili dell’industria, del commercio, del turismo, dell’agricoltura, dell’allevamento  favorisca la mobilità dolce(pedoni/bici) ed  il trasporto pubblico di merci e persone.

Ma chi ci rappresenterà in Parlamento? Quale governo?

Se in Italia si vuole essere protagonisti del cambiamento che risolve i problemi è auspicabile che gli italiani, le singole persone, riscoprano e diventino portatori sani di etica e di moralità, pilastri fondamentali per una totale revisione all’interno del movimento politico. Non ha più senso parlare di ideologie e schieramenti contrapposti che creano difficoltà alla politica. Più velocemente sarà attuato questo cambiamento,questa riforma voluta soprattutto, ma non solo, dalla maggioranza,dal 53%(22% M5S,31% astenuti) di coloro che hanno diritto al voto, tanto più rapidamente potranno esprimersi,essere messe in pratica e trasformate in risposte, le idee dei migliori a beneficio dell’intera comunità. Se ciò accadrà, tale nuova cultura politica concorrerà a superare il ritardo che l’Italia sta accumulando nei confronti dei principali paesi europei. Un ritardo che non si misura solo negli indicatori economici, ma soprattutto in questa difficoltà che ora ha la politica di ridisegnare un futuro per il Paese, sorda a reagire alla libera creatività delle competenze e della società civile.

Questa politica conservatrice che ha portato l’Italia sulla soglia del baratro, con il suo 47%(31% alla coalizione di centro sinistra,16% al PDL) di coloro che hanno diritto al voto, padrona della situazione e dell’informazione, è convinta di poter riuscire a spuntarla nuovamente attraverso l’istituto delle Primarie.

Ma fa i conti senza l’oste.

Proprio al suo interno c’è un’eccezione a questo andazzo menefreghistico che sta facendo capire a tutti gli italiani che anche dalla parte dei “conservatori”, c'è qualcuno che vuole quel cambiamento necessario a risollevare le sorti del Paese, attuando stabilità di linea, ricambi generazionali, rappresentanti in Parlamento votati dai cittadini, taglio del cumulo vitalizi dei politici ecc. e giorno per giorno propone cambiamento e soluzioni, dando voce non solo a coloro tra quel 47% che credono o cominciano a credere in lui, ma anche togliendo argomenti agli argomenti della protesta e dando voce a quel cambiamento che anche molti tra quel 53% auspicano.

Matteo Renzi  sta dunque dimostrando di essere l’outsider di successo della politica italiana?

Auguri!

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