Ciò che si prospetta è una “rivisitazione” del Regolamento di Polizia municipale che ripercorra alcuni snodi importanti legati al decoro, all’impatto estetico e al “vivere” di Trieste.
Un primo passo, dunque, va nella direzione di recuperare le case fatiscenti in Città, soprattutto quelle di pregio.
Un secondo intervento va fatto per migliorare il degrado prodotto nel settore del commercio, prevedendo il mantenimento della pulizia e dell’abbellimento dei locali rimasti sfitti, rendendoli così più appetibili per favorire nuovi insediamenti di attività.
Un altro aspetto è legato al degrado prodotto dalle innumerevoli biciclette abbandonate che continuano, soprattutto in centro e in alcune zone critiche(area della stazione C.le), a fare brutta mostra lungo i marciapiedi, incatenate a pali, alberi e altri manufatti.
Poniamo la proposta all’esame del Comune di Trieste, affinché operi come previsto dall’ordinanza sul decoro urbano e il vivere civile in Città.
In merito alle biciclette l’amministrazione comunale intervenga subito, istituendo nelle citate zone critiche nuovi e decorosi stalli per le bici(già in carico ai depositi comunali) e, allo stesso tempo, provveda alla rimozione delle dueruote stazionanti nelle aree pubbliche per oltre dieci giorni ed il loro ricovero in strutture comunali, a disposizione dei legittimi proprietari, per il tempo previsto dalla legge.
In altre parole,
“guerra al degrado urbano“ case fatiscenti, locali sfitti e bici abbandonate”
Iniziamo da questi punti, il senso … non è solo quello di contribuire a creare un impatto gradevole per l’immagine della Città.
Le case fatiscenti sono il termometro della decadenza di una città, invece le biciclette abbandonate determinano il livello del degrado civico. Una città che ha preferito vivere sulle rendite di posizione non ha prospettiva se non capisce che bisogna essere intraprendenti.
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