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mercoledì 2 novembre 2011

TRIESTE MOBILITA' PER TUTTI



L’amministrazione pubblica voglia tener conto che il nostro documento, “Trieste per tutti. Mobilità sostenibile 2011-2016”, è un contributo, un suggerimento, ed esprime la necessità di iniziare da subito, ma gradualmente, il cambiamento per un diverso modo di muoversi in città.
Trieste, attualmente, adibisce più dell’80% dello spazio pubblico alla circolazione e alla sosta dei mezzi a motore privati, di cui il 40% per circolare ed il 60% per la sosta. I cittadini(tutti siamo anche pedoni e tantissimi sono i ciclisti) si sentono degli intrusi in uno spazio pubblico che dovrebbe essere di tutti ed invece è consacrato ai mezzi a motore privati, la cui progressiva espansione , da alcuni decenni, ha determinato un rapporto di non sostenibilità nelle aree urbane che sono snaturate e stravolte dalla motorizzazione.

Un tempo, ad esempio, quando le amministrazioni pubbliche funzionavano, chi possedeva un calesse con cavalli non poteva lasciarlo su suolo pubblico, bensì doveva ricoverare il primo in garage ed i quadrupedi nella propria stalla. Le strade erano di tutti i cittadini, la viabilità dei mezzi privati era inconsistente, i mezzi pubblici non subivano alcun ritardo dovuto a congestioni del traffico e le emissioni di gas climalteranti erano limitatissime. 

I nostri pianificatori politici vogliano, quindi, recuperare un rapporto funzionale tra la politica urbanistica e quella della mobilità, intesa sia come programmazione e realizzazione delle infrastrutture, sia della normativa sull’uso del suolo pubblico in relazione ad una mobilità sostenibile e multimodale che può invertire i valori(da 20% a 80% pedoni-ciclisti-trasporto pubblico e da 80% a 20% mezzi a motore privati) ed
essere partecipe della trasformazione e del miglioramento della città.

Dunque,  sta nella lungimiranza e nella bravura delle attuali figure istituzionali della Provincia e del Comune di Trieste(anche loro, in qualche momento, pedoni) attuare una politica solidale che stimoli positivamente e renda partecipe tutta la cittadinanza e gratifichi quei tanti cittadini che li hanno votati, desiderosi di un cambiamento che, dopo più di sessant’anni, riconverta Trieste a misura d’uomo, senza peraltro rifiutare il progresso, la qualità della vita o il benessere.

Un auspicabile e graduale cambiamento che nasce solo se tutti insieme decidiamo di riprendere in mano il nostro destino e quello della nostra amata città.


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